Colonna Sonora Per Un Colpo Di Stato: un coup d'etata tempo di jazz
Sin dai tempi dell’effetto Kulešov, il montaggio è considerato una delle componenti fondamentali della settima arte. Assieme al modo in cui la luce entra e illumina ogni immagine di una scena, l’ordine e la messa in sequenza delle inquadrature è fondamentale per costruire non solo la storia, ma anche il tono e il ritmo di qualsiasi film. Perfettamente consapevoli di tale importanza paiono essere gli autori del meraviglioso Colonna Sonora Per Un Colpo Di Stato, disponibile su IWonderFULL.
Il documentario, diretto da Johan Grimonprez nel 2024, racconta del colpo di stato che nel 1960 ha portato alla morte di Patrice Lumumba, presidente del neo-indipendente Congo. L’evento viene ricostruito all’interno della pellicola in tutta la sua complessità, sviscerando il modo in cui il Congo sia stato, durante la Guerra Fredda, non solo un terreno molto importante per il cosiddetto Terzo Mondo, ma anche una terra profondamente collegata alla disparità tra USA (e, in questo caso, Belgio) e URSS, in quanto piena di miniere contenenti le materie prime per la costruzione di bombe atomiche. Il regista, tuttavia, sceglie di approcciare tale densissimo materiale storico attraverso un’ottica molto particolare: si mette in risalto all’interno della pellicola, infatti, i legami profondi tra una situazione geopolitica densa e la scena musicale jazz del tempo – che vede protagonisti, tra lə altrə, Louis Armostrong, Abbey Lincoln e Max Roach, tutt’e tre collegatə direttamente in vario modo a tali vicende.
Proprio questa è la chiave che rende unico un film come Colonna Sonora Per Un Colpo Di Stato: Grimonprez e Rik Chaubet, montatore della pellicola, costruiscono l’intero documentario attraverso immagini d’archivio, legate tra loro in montaggio in modo da restituire il tono sincopato e ritmico del jazz. Tale scelta artistica, quella di legare immagini, documenti ufficiali del governo e memoir di artistə congolesi, viene sfruttata per mettere in risalto e ricostruire legami inattesi tra figure, tempi e luoghi apparentemente distanti tra loro, ma profondamente legati attraverso questa storia parzialmente dimenticata nel tempo – soprattutto qui in Occidente.
Questa costruzione di montaggio e di struttura rende Colonna Sonora Per Un Colpo Di Stato, tuttavia, un film non per chiunque: la struttura sincopata e ritmica del montaggio, infatti, tradisce l’intento della pellicola, che è più evocativo che didattico nel raccontare le meccaniche colonialiste occidentali durante il secondo Novecento. Questo approccio potrebbe rendere, dunque, potenzialmente indigesto per molte persone il film, vista anche la poca conoscenza qui in Occidente del tema degli Stati Uniti d’Africa e delle loro battaglie.
Grimonprez e Chaubet, dal canto loro, cercano di restituire più della mera aneddotica attorno a questa vicenda: il film, infatti, ricostruisce uno sguardo d’insieme sulla stessa, tentando di costruire un’opera in grado, con la sola commistione di materiale visivo d’archivio, lettura di atti ufficiali e musica jazz in sottofondo, di generare profonde e viscerali emozioni rispetto a questo pezzo di Storia. La scommessa, almeno per chi scrive, è vinta: il travolgente turbinio di immagini e musica di Colonna Sonora Per Un Colpo Di Stato appassiona grazie alla maestria di chi manovra la moviola (o Premiere), gettando così luce su uno degli eventi più drammatici, complessi e fondamentali per capire il secondo Novecento.