Flamin’ Hot: l’uomo dietro ai Cheetos
In Flamin’ Hot (Disney+) vediamo la storia tratta dal libro A Boy, a Burrito and a Cookie: From Janitor to Executive di Richard Montañez, protagonista della vicenda, con Eva Longoria per la prima volta nei panni di regista. Eva Longoria ha origini messicane ed è da qui che è partita la scelta della storia. Ha voluto scrivere una lettera d’amore alla comunità latina, rappresentandola senza stereotipi e in tutta la sua bellezza. Il suo obiettivo principale era raccontare il modo in cui Richard Montañez ha affrontato i problemi razziali e di classe con cui è nato.
Flamin’ Hot riprende la struttura già vista in The Wolf of Wall Street, mostrandoci nei primi momenti di pellicola il protagonista pienamente realizzato e procedendo poi a raccontare tutta la storia di come è arrivato fin lì partendo da zero. È il sogno americano. Richard (Jesse Garcia) è nato nella povertà e presto ha lasciato gli studi dandosi alla criminalità. Quando la moglie Judy (Annie Gonzalez) resta incinta del primo figlio si rende conto di non poter più continuare in quel modo e comincia il suo percorso verso una vita onesta. Così aumentano i problemi, ma lui non si arrende e con il sostegno costante di Judy alla fine riesce a scalare le vette della società.
Quella di Flamin’ Hot è una storia esagerata, un’utopia. Richard sembra riuscire in tutto grazie alla fiducia che ha in sé. Sin da bambino gli basta credere in sé stesso per far scordare ai suoi compagni di classe i loro pregiudizi razziali. Lo dirà anche al figlio: se lui è fiero di chi è allora anche gli altri non lo prenderanno più in giro. E la cosa sembra funzionare. Anche la grande svolta nella vita di Richard sarà data dalla stessa mentalità: io sono fiero di essere messicano, penso che i messicani siano una fetta di mercato importante, propongo un’idea che si rivolge direttamente a loro.
Non è certamente una storia realistica. Richard sorpassa tutte le gerarchie dell’azienda senza riportare conseguenze e anzi riuscendo nel suo intento senza grossi problemi. Il capo crede dal primo istante in lui e nella sua idea e per quanto qualche suo superiore cerchi di ostacolarlo, le cose vanno lisce fino al successo finale. Va comunque ricordato che quella di Flamin’ Hot è l’effettiva storia di Richard Montañez così come l’ha raccontata lui nel suo libro. È evidente che l’abbia romanzata e che abbia dato al suo personaggio un ruolo forse più importante di quello che non abbia avuto realmente. Avendo però la storia le radici nella realtà, acquista una forza tutta sua ed è evidente perché Eva Longoria l’abbia scelta fra tante.
Un elemento che pervade tutta la pellicola è la religiosità. La fede viene rappresentata da una candela che nella famiglia di Richard e Judy viene tenuta sempre accesa. Si nota che ogni volta che c’è un momento di difficoltà nella vita dei due la candela si spegne, ma viene subito riaccesa. Inizialmente Richard è diffidente sull’utilità di questa pratica, ma arriva il giorno in cui tocca a lui riaccenderla e miracolosamente il giorno dopo riceve un video da parte del CEO dell’azienda. È un video che il capo ha mandato a tutti i dipendenti, ma che Richard percepisce come diretto a lui. Sarà lì che avrà la sua grande idea.
Flamin’ Hot si rivolge direttamente a tutta la popolazione discriminata. Parla sì alle minoranze etniche, ma anche e soprattutto alle classi più povere della società. Dice loro di non arrendersi e di non smettere mai di provarci e manda un messaggio chiaro anche sulla fede: non perdetela.