Flora and Son: storia di accordi e disaccordi
Può una chitarra (ri)comporre “accordi” familiari? Si gioca (in inglese to play, che si traduce anche interpretare, suonare) con le parole e con le note in questo leggero film di John Carney. I giri armonici si tramutano in positivi giri della mente, toccano le corde del cuore ed esortano a ricominciare.
La protagonista Flora (Eve Hewson, secondogenita di Bono Vox) è una giovane madre divorziata che deve quotidianamente affrontare l’animo ribelle del figlio Max, occasionalmente cleptomane. Vorrebbe donargli una chitarra, strumento che considera “rasserenante”, ma il ragazzo rifiuta e così sarà lei stessa ad iniziare a strimpellarla con il supporto delle lezioni online di Jeff (Joseph Gordon – Levitt, misurato ed emozionato), un musicista schietto e comprensivo che le trasmetterà fiducia e affetto.
Il ruolo più importante è quello delle canzoni (la playlist del regista irlandese è, come sempre, infallibile) che assumono una funzione diegetica: Love of My Life di Freddie Mercury (dedicata alla cara Mary Austin) che risuona da un talent show televisivo con il suo refrain per broken hearts, l’eloquente I Hope That I Don’t Fall in Love With You di Tom Waits, cantata da Jeff al primo appuntamento sul web con Flora che poi ascolterà Both Sides Now di Joni Mitchell con parole commoventi che riflettono il suo stato sentimentale e le illusioni perdute, I'll Be the One con la performance trap dell’adolescente Max che vuole attirare l’attenzione di una sua coetanea ma anche di sua madre, High Life che celebra l’amore ri-trovato per la vita ma anche la ri-unione di tutti i protagonisti su un palco.
La nota d’autore forse più sorprendente è l’invito di Carney a visualizzare i brani eseguiti (ci sono sempre i media, dalla tv a internet, a mettere in scena i pezzi musicali) e ad amplificare la loro essenza al punto da espanderne la percezione fino ad annullare qualsiasi distanza (anche quella in remoto da un pc). La presenza solo virtuale di Jeff diventa un incontro “fisica-mente” in the middle, a metà strada, uno spazio di condivisione sensoriale esclusivo con Flora in un tempo indefinito (il tramonto di Los Angeles si confonde con l’alba di Dublino).
Si fa strada una sottile e suggestiva metafora che le immagini che ci appassionano non possono che esplodere fuori dagli sche(r)mi, ironico e curioso paradosso per un prodotto audiovisivo destinato alla fruizione in streaming su Apple TV+.
Alla fine non appare casuale che la melodia/dichiarazione d’amore di Jeff non sia mostrata ma pudicamente annunciata nel nero dei titoli di coda e stavolta possiamo solo udire Talking to You, le liriche scritte e musicate da Gary Clark che ha curato la colonna sonora (qualche felice cultore di Britpop lo ricorderà come frontman dei Danny Wilson, band scozzese, e per il disco solista Ten Short Songs About Love). Il testo sottolinea come il desiderio possa nascere dal “dis-correre” senza un senso apparente, da arcane nuances e assonanze caratteriali, perché your song non è mai soltanto una canzone: sono pochi minuti in cui ti aspetti qualcosa di magnifico che si avvicini a Dio.