Love Club: la serialità teen italiana

 
 

Prima con Prisma e poi con Love Club, Amazon Prime Video risponde a Netflix e alle sue narrazioni teen, proponendo due titoli che, pur con risultati diversi, cercano di ripetere ciò che Skam per prima aveva fatto in Italia: raccontare con estrema naturalezza identità queer troppo a lungo lasciate ai margini dalla produzione audiovisiva italiana.

Scritta da Silvia De Gregorio, Bex Gunther e Denise Santoro – i quali hanno tratto ispirazione da esperienze personali – e diretta da Mario Piredda, Love Club si spinge per certi versi ancora più avanti. Strutturata come una serie antologica, con un ultimo episodio che funge da conclusione per tutte le storie, Love Club ha quattro protagonisti, ognuno dei quali si ritrova nel proprio episodio a dover venire a capo di due problemi connessi tra loro, uno sentimentale e uno più profondo e personale, che ha a che fare con l’accettazione e la rivendicazione della propria identità. Quattro storie diverse, legate, oltre che da una location, il Love Club che dà il titolo alla serie, proprio dal tema dell’accettazione.

Non sempre però il potenziale della serie viene espresso, a causa di una recitazione generalmente non all’altezza, che impedisce di immergersi completamente all’interno della narrazione. L’intreccio, poi, non va mai davvero in profondità, e i momenti di catarsi dei personaggi sono raccontati con estrema semplicità, non rendendo giustizia al concetto alla base di Love Club.

L’episodio meglio riuscito è probabilmente il quarto, che vede per protagonista Zhang, interpretato da Alex Lu. La sua è la storia più toccante, non a caso scelta come capitolo conclusivo della miniserie, ed è interessante per almeno due motivi. Innanzitutto le origini cinesi del protagonista diventano parte integrante del racconto e non fungono da mero contorno. Molti dialoghi sono in cinese e la cultura cinese diventa il veicolo attraverso cui Alex decide di vivere liberamente la propria identità. In secondo luogo questo episodio ha il coraggio di presentare una relazione omosessuale tutt’altro che ideale: il rapporto tra Zhang e il suo ragazzo Antoine (Maxence Dinant) è tossico e violento, addirittura mostrato attraverso una scena di abuso. Ancora una volta in Italia la serialità televisiva delle piattaforme si dimostra molto più avanti rispetto alla televisione tradizionale e al cinema, che quando racconta l’omosessualità non riesce (quasi) mai a farlo con naturalezza e genuinità, con il coraggio di mostrare anziché suggerire soltanto.

La recente serialità teen italiana sembra interamente dedicata a questo proposito: raccontare con orgoglio, consapevolezza e realismo le identità che il cinema italiano non è ancora in grado di mettere in scena. Da questo punto di vista l’idea stessa del Love Club appare come una metafora di questa corrente di titoli. Gli studi sociologici che si sono confrontati con i teen drama hanno notato che le serie appartenenti a questo genere favoriscono il formarsi di comunità immaginarie di cui i vari spettatori sentono di fare parte. Il pubblico a cui tali serie si rivolgono trova in questi titoli una rappresentazione degli ideali in cui crede e di conseguenza la comunità che ne deriva è percepita come un luogo sicuro e tollerante. Il Love Club è proprio questo, un riparo dai pregiudizi e dalle oppressioni del mondo esterno, in cui non solo l’amore gay, ma tutti i tipi di amore sono liberi di esprimersi.

Proprio per questo la scena conclusiva di Love Club è significativa e rappresenta, da un certo punto di vista, la negazione di quella comunità e del Love Club stesso. Zhang torna da suo padre per mostrarsi per come è davvero. I due non si vedono da tempo, da quando l’uomo aveva sorpreso Zhang mentre indossava un abito di sua madre e lo aveva cacciato.

L’episodio si conclude sul primo piano di Zhang; non vediamo la reazione di suo padre, non sapremo mai se accoglierà nuovamente il proprio figlio in casa sua. Non ha importanza, perché l’idea di accettazione di Love Club è innanzitutto un’accettazione personale, l’orgoglio di mostrare se stessi difronte al mondo, al di fuori del Love Club.

Indietro
Indietro

Terra Contesa: la lotta alla deforestazione raccontata dai suoi protagonisti

Avanti
Avanti

Funny Woman: nascita di donne belle, divertenti e di rottura