Una mamma per amica torna su Disney+: nostalgia, comfort e considerazioni
Dal 1 marzo sono disponibili su Disney+ le stagioni dalla uno alle sette di Una mamma per amica (en. Gilmore Girls), la comfort series di cui puoi fare binge-watching di continuo. Tutti i Millennials la conoscono, o almeno ne hanno sentito parlare, ma con l'avvento su Netflix, ha spopolato anche fra la Gen Z. Dalle citazioni ai personaggi diventati iconici nella cultura pop, Una mamma per amica è il trend che torna ogni autunno con la sua atmosfera accogliente e leggera. La cittadina di Stars Hollow, ispirata a un vera città del Connecticut, coi suoi abitanti bizzarri e le sue tradizioni a dir poco esilaranti (chi vive in un paesino di provincia può comprendere ) diventa sfondo di storie di vita a suon di dialoghi brillanti.
Ma è invecchiata male?
Secondo alcuni pareri, presenta diverse controversie e punti che, ad oggi, non la rendono più così apprezzabile. Gli avvenimenti sono filtrati dagli occhi del duo madre-figlia Lorelai e Rory Gilmore e in effetti, non sono personaggi in cui chiunque si può identificare. L'idea è di un prodotto fatto da una donna per le ragazze, per dire loro che è okay essere “strane”, non conformi a un'idea preconcetta di madre o di adolescente, indipendenti e appassionate di musica e letteratura, non solo e unicamente di uomini o vestiti, ma è un femminismo che va un po' rispolverato. Dare vita a questo immaginario femminile può essere stato innovativo e utile per chi è cresciuta negli anni 2000, abituata a standard impostati solo sulla bellezza e sulla desiderabilità, ma anche qui accade che, in ogni caso, le eroine, siano continuamente esaltate dallo sguardo maschile e, più in generale, seguano uno stile di vita non accessibile e delle abitudini alimentari poco realistiche. Sì, è figo non essere impregnati nella “diet culture” tipica di quel periodo, ma non molto far vedere due donne mangiare cibo spazzatura 24/7 senza ingrassare e al contempo commentare il corpo altrui in maniera anche offensiva. Ricordiamoci però il contesto e, teniamone conto.
Per quanto riguarda le protagoniste a livello personale, sì, fanno errori, ma penso sia sano mostrare l'imperfezione e il fatto che non sia tutto bianco o nero, anche se si parla di persone e situazioni fittizie. Se quelli che vediamo sullo schermo sbagliano, non glielo perdoniamo: devi essere intelligente, brillante, dire sempre la cosa giusta, guai a fare la stronza o a fare “la scelta sbagliata”. Credo che si debba capire con che lente si voglia guardare, se una più 'etica' o meno, non dimenticandosi di contestualizzare. La scrittura di Amy Sherman Palladino nonostante tutto è divertente, scorrevole e dinamica e vengono efficacemente portate in superficie molte tematiche alleggerite da questo tono ironico, come i rapporti familiari, umani e sentimentali. Consiglio a tutti i fan delle sitcom di dare una possibilità alla serie, omaggiandola guardandola mentre si beve una tazza di caffè o, in alternativa, mangiando delle terribili combinazioni di cibo spazzatura.