Mr. McMahon su Netflix: ascesa e caduta di un simbolo

Per chi, come me, è cresciuto con l’Attitude Era e la successiva “Ruthless agression Era“, il personaggio di Vince McMahon è sostanzialmente una sorta di sinonimo della WWE. Ma chi è l’uomo dietro il personaggio? La Docu-Serie Mr. McMahon, presente su Netflix, cerca di capirlo attraverso numerose interviste e filmati d’epoca. Questo almeno era lo scopo iniziale della serie, perché a sconvolgere tutto, ancora una volta, ci sono state le pesanti accuse di abusi mosse da Jale Grant che hanno portato, nel Gennaio 2024, all’allontanamento (forse) definitivo di Vince McMahon dalla WWE. Se lo scopo iniziale del documentario, dove la maggioranza delle interviste risale al 2021, sembrava essere quello di esaltare sostanzialmente la storia di un self-made man che era riuscito a farsi largo e portare l’impresa del padre al successo, è evidente che nel corso d’opera qualcosa è cambiato. Nella narrazione vengono dunque inserite ulteriori informazioni riguardo scandali precedenti a quelli più recenti del giugno 2022 e poi del 2024.  

Vince McMahon è un personaggio controverso ed è stato lui stesso a costruirsi un personaggio che vive negli eccessi. Ma come per il caso Louis CK, la sensazione è che la vita reale sia entrata spesso all’interno del personaggio. McMahon stesso dice: “è come se avessi due computer in testa, il primo è concentrato sulla conversazione il secondo […]  pensa a qualcosa di molto divertente che ha a che fare con il sesso”. Non è, infatti, un caso che la maggior parte delle accuse mosse a McMahon siano proprio legate agli abusi sessuali, allo sfruttamento sessuale, all’abuso di posizione dominante con annesse violenze e umiliazioni. 

Mr. McMahon è una serie che però non sempre sembra avere una direzione chiara e non riesce a trovare una linea precisa a livello narrativo. Forse per paura di denunce o per quel già citato cambio di direzione abbiamo da una parte una stuola di wrestler (tra cui The Undertaker e John Cena) che lo considerano un secondo padre, dall’altra questi continui riferimenti più o meno espliciti alle sue azioni criminali. La docu-serie è quindi una strampalata esaltazione castrata della WWE e del suo sostanziale creatore. Peccato che poi la conclusione sia che, in fondo, il suo ruolo non fosse poi così importante visto che oggi l’azienda fattura più che mai anche in sua assenza. Se si supera questo aspetto, la serie Mr. McMahon ha un sapore dolceamaro perché rappresenta un inno per quelle generazioni che hanno amato il wrestling con tutte le sue contraddizioni, ma è anche un modo per sporcare quel ricordo di intrattenimento con una nuova e più matura consapevolezza. 

Netflix consente di ripercorrere passo passo la storia della federazione che è passata dal Wrestling classico alle storyline perverse e sessiste fino alla clamorosa svolta “recente” della PG Era. Per certi versi proprio questo passaggio può essere paradigmatico per quanto accaduto al vero Vince McMahon. In una WWE pensata come prodotto per famiglie, il vecchio Vince, che rappresentava sia sul piccolo schermo che nella realtà un uomo capace di qualsiasi nefandezza, non poteva più avere spazio. Con Mr. McMahon assistiamo dunque, su Netflix, all’ascesa e alla caduta di un uomo senza scrupoli che con le sue azioni deprecabili ha distrutto tutto quello che aveva creato ritrovandosi di fatto orfano della sua creatura. Purtroppo nel sistema giudiziario americano non sembra ancora esserci spazio per la giustizia: attualmente la causa con Janel Grant è sospesa e sono ancora in corso indagini federali.

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