Sento ancora la vertigine - Due cose su Elodie

 

«Scendo... canto... e cerco de spacca' tutto!». Con queste parole e una risata si conclude Sento ancora la vertigine, la miniserie che Groenlandia e Amazon Prime Video hanno dedicato a Elodie di Patrizi, nota come Elodie. Tre episodi per raccontare i sei mesi precedenti al settantatreesimo Festival di Sanremo, dove la cantante-attrice romana ha portato il brano “Due” dopo aver escluso una precedente proposta. “È una città che mi ha dato tantissimo e quando ci torno sono sempre commossa”.

L'astuto approccio narrativo introduce ciascun episodio con immagini della protagonista bambina mentre performa in un contesto domestico, mostrando già da giovanissima una straordinaria scioltezza. Poi la produzione, costruita in tre parti da 30 minuti, separa la storia di questo percorso in tre macroaree tematiche, prendendosi quindi la libertà di saltellare sulla linea temporale. In primo piano i successi del 2022, dall'ospitata nel concerto di Elisa all'Arena di Verona a maggio alla Notte della Taranta di settembre, passando per la partecipazione al Pride di Roma nel giugno dello stesso anno. Una serie di traguardi che la  trentaduenne raggiunge con consapevolezza e umiltà, senza mai perdere di vista gli obiettivi di una carriera in ascesa.

Più che l'ambizione, però, gli autori e il regista Nicola Sorcinelli mirano a evidenziare la determinazione con cui Elodie mette un mattone sull'altro ogni giorno, lavorando sulle note come farebbe un qualsiasi operaio che ben conosce i propri strumenti. Un attimo prima di capire con quale canzone avrebbe calcato il palcoscenico dell'Ariston, la Nostra stupisce tutti accompagnando alla Mostra di Venezia il film che la vede esordire nella recitazione. Si tratta di “Ti mangio il cuore”, opera seconda del pugliese Pippo Mezzapesa.

La serie ci porta dietro le quinte della produzione, mostrandoci entusiasmi e difficoltà di una simile sfida. In primis, Elodie si lamenta del freddo patito in esterne nel pieno di dicembre. «Ma si vede che hai carattere», afferma Carlo Verdone dopo aver scattato con lei un selfie nel camerino. Poi giunge l'anteprima internazionale in laguna, il trucco che con la solita autoironia le fa esclamare “Sembro la figlia di Elodie!”, le insopportabili attese, il tappeto rosso. È sotto gli occhi di tutti che la ragazza sappia il fatto suo.

A proposito della tendenza all'autocritica, molto presente nella sua persona e nella serie, in più momenti della narrazione vengono esternati dubbi sulla qualità del processo in atto e in particolare sul brano più adatto per la gara sanremese. Una crisi vissuta in due fasi ben distinte: prima l'indecisione fra “Ok. Respira” e “Due”, poi l'effettiva formulazione della seconda, evidentemente prodotta per valorizzare la sua voce. “Quando scrivo per te ci penso proprio”, le confessa Federica Abbate. E il brano ha in effetti un'anima cantautoriale - “un po' alla Battisti, no?”, aggiunge la paroliera - mista ai colori soul che Elodie gestisce magnificamente da sempre. Per chi scrive, alla luce del concorso e delle cover, la canzone tecnicamente più difficile di Sanremo 2023.

Mentre questi dilemmi si sciolgono, nella vita della cantante hanno luogo alcuni eventi significativi. In primo luogo la laurea della sorella, al suo fianco fin da quei suggestivi video messi in apertura di sezioni. Successivamente il trasloco nel nuovo appartamente milanese, vissuto a metà fra elettrizzata curiosità e un certo senso di sospensione. Improvvisamente la vediamo addirittura prendere accordi con un custode per la gestione delle piante sul terrazzo. Non certo quel che ti aspetti di sapere su un'artista in piena trance agonistica. Nel complesso la serie su Elodie della geniale ditta Rovere-Sibilia, prodotta con il socio Leonardo Godano, funziona: intrattiene senza annoiare, informa senza stroppiare. Mantenere l'equilibrio non era affatto facile e quando ci si riesce è giusto riconoscere i risultati.

Ma è l'intuizione, in questo come in molti altri casi, a superare l'esecuzione del progetto. Al momento la cantante-attrice è la figura divistica più completa e promettente del panorama italiano e molti cominciano a rendersene conto. Una giovane donna di talento, conscia dei propri limiti ma sicura di sé, rapida nell'adattarsi ma mai trasformista. Sempre leale all'immagine che con tutta evidenza era già dentro i suoi sogni. Da Amici di Maria De Filippi a Venezia non è un salto che chiunque può vantare. Per non parlare poi del totale controllo che ha sul corpo (non ci è negato nemmeno uno sguardo alle lezioni di Yoga), e sulla sua messa in scena. Il segreto è perciò lavorare seriamente senza prendersi sul serio.

Indietro
Indietro

Bill Russell - Il campione e l’eroe

Avanti
Avanti

Luther: Verso l’inferno - Lo spettro della vergogna