Bodkin: in nomen omen

 
 

La serie thriller targata Netflix può essere descritta attraverso la metafora del gusto dell'attesa utilizzata nel primo episodio: una birra Guinness bramata dopo una faticosa giornata.

La vicenda prende vita grazie al coinvolgimento di tre giornalisti in un podcast sul caso di omicidio irrisolto avvenuto sull'isola irlandese di Bodkin un 'Samhain' (Halloween) di venti anni prima. La semplice storia accalappia-ascoltatori si trasforma in un caso polveroso la cui risoluzione diventerà essenziale per ciascuno dei protagonisti.

Agli elementi tipici del thriller si accosta uno humor nero e tarantiniano di violenza fumettistica, costellato da situazioni assurde e dall'uso di un linguaggio sboccato. La caratterizzazione realistica dei protagonisti, pur fortemente ispirati agli stereotipi del genere, risulta efficace: l'irlandese Dove, giornalista 'pescecane' dalle oscure origini, coinvolta in un caso a Londra e inviata in Irlanda per collaborare e non dare nell'occhio; l'americano Gilbert, presentato come lo yankee ingenuo e buonista ed Emmy, giovane apprendista di buona famiglia, anche troppo 'politically correct'.
Il prodotto irlando-statunitense si presenta in punta di piedi come la solita mini-serie sull'onda dei trend mediatici del momento, in questo periodo proprio il 'true crime', rivelandosi sempre più avvincente. La storia si muove secondo un ritmo di narrazione prima lento, quasi a voler tenere lo spettatore sulle spine in attesa del punto di rottura che darà il via a un susseguirsi di fatti eclatanti.

Di fondamentale importanza il contrasto estetico tra l'eccentricità pittorescamente romantica delle ambientazioni colorate dal verde brillante dei boschi e dal profondo azzurro del mare e i toni gravi e tetri di cieli grigi, luoghi e soggetti sinistri. 'Bodkin' alterna inquadrature secche e pulite a riprese alla 'Blair Witch Project' o realisticamente somiglianti alle riprese tv di una scena del crimine al notiziario.

La realtà folkloristica emerge grazie ai personaggi del posto, tutt'altro che caricature, elementi spiccioli per far sorridere il pubblico: a Bodkin la tradizione è importante. Nessun elemento descrittivo è superfluo nel dare un'immagine completa dell'ambientazione, che siano gli animali come le anguille, i gabbiani, il lupo che ossessiona Dove in apparizioni quasi oniriche il cui significato sarà svelato solo alla fine della serie o i contadini e i pescatori locali.

In nomen omen, nel nome il destino.

E' proprio nel nome della cittadina che troviamo la risposta. La traduzione dall'inglese antico all'italiano di 'Bodkin' ha triplice significato: si traduce in punteruolo, infilanastri e pugnale. Si narra una storia fatta di buchi da colmare o attraverso i quali guardare, di nastri da infilare per ricucire un passato di sangue, violenza che arriva alle spalle degli investigatori, senza avvisare, impugnando un appuntito pugnale. La volontà di cancellare il passato è ciò che lega ogni singolo abitante a un filo sottile, snodato e riannodato dagli 'stranieri invasori'.

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