Le Pupille

 

Se compi una buona azione vai in paradiso, se ne compi una brutta vai all’inferno, ma se ti penti puoi ancora avere un posto in cielo. Questo è ciò che viene insegnato alle pupille dell’orfanotrofio femminile nel mediometraggio scritto e diretto da Alice Rohrwacher. Le Pupille è liberamente ispirato ad una lettera che nel 1971 Elsa Morante scrisse all’amico Goffredo Fofi. Questa conteneva un breve racconto ambientato in un collegio di preti, ma per il cortometraggio la regista ha deciso di ridurre al minimo la presenza maschile in scena. 

Al centro del racconto c’è Serafina una bimba silenziosa, schernita delle compagne e dalla Madre superiora Fioralba, un’insolita Alba Rohrwacher. La storia è ambientata negli anni della Seconda Guerra Mondiale e il plot narrativo è molto semplice e schematico. All’orfanotrofio sono in corso i preparativi per il Natale e le pupille odiano una loro compagna che, al contrario di loro, potrà festeggiare in una casa calda e abbastanza ospitale. Sicuramente le prospettive di questa bambina sono migliori di quelle delle sue compagne che non solo devono accogliere il freddo celestiale come un dono del divino, perché non ci sono i fondi per riscaldare gli ambienti, ma dovranno soprattutto vestire i panni di creature angeliche per accontentare le credenze paesane e far guadagnare qualche soldo al loro istituto. 

Le pupille sono conosciute come figure mitiche, infatti è credenza diffusa che le loro pure e caste preghiere siano miracolose. Per questo motivo le bimbe dovranno passare la notte di Natale appese in aria, all’interno di una scenografia teatrale che serve a rimarcare la loro eterea presenza. Fluttuando dovranno rimanere in paziente ascolto delle preghiere di chi, portando doni, ad esempio spera nel ritorno del proprio figlio dalla guerra, ma anche di chi avidamente vorrebbe riconquistare il proprio amore, come il personaggio interpretato da Valeria Bruni Tedeschi. Di tutte le bambine Serafina è l’elemento anarchico e il suo candore, non più infantile, porterà la Madre superiora a doversi scontrare con la sua ipocrisia.

Le pupille è un film sulle feste natalizie che affascina sia per la sua idea narrativa, che per la sua storia produttiva. Infatti è stato praticamente commissionato ad Alice Rohrwacher da Alfonso Cuarón che in collaborazione con Esperanto Filmoj ha co-prodotto il film, presentato al Festival del cinema di Cannes ed ora candidato agli Oscar, insieme alla Tempesta Film e distribuito in esclusiva su Disney+.

La regia di Alice Rohrwacher è molto limpida nel raccontare la storia della perdita d’innocenza di una bambina che, trascinando con sé tutte le altre pupille, sbaraglia l’esercito di suore vessatrici unendo fantasia, sogno e giudizio. Infatti il quadro composto dalla regista tiene insieme sia l’animo cupo e algido della storia - si pensi ai bei freeze frame durante l’urlo della Madre superiora durante la sequenza di canto e ballo sfrenato - che lo spirito beffardo e arguto delle giovani protagoniste, che ricorda un po’ il temperamento dei fanciulli reazionari in Zero in condotta di Jean Vigo.

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