The Nickel Boys: Violenza e Razzismo negli Anni '60

Elwood Curtis, un adolescente afroamericano, deve iniziare il college ma chiede un passaggio alla macchina sbagliata e si ritrova a scontare un periodo indefinito nella Nickel Academy. Siamo a Tallahassee in Florida, sono gli anni Sessanta e dai televisori in sottofondo risuonano le notizie sulle missioni spaziali Apollo e le parole di Martin Luther King. I ragazzi della Nickel (The Nickel Boys), ora disponibile su Prime Video, è diretto da RaMell Ross ed è tratto dall’omonimo romanzo di Colson Whitehead, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2019. Il film ha ricevuto due candidature agli Oscar (come miglior film e per la sceneggiatura non originale).

La Nickel Academy è basata sulla Arthur G. Dozier School for Boys dove nel 2013, due anni dopo la sua chiusura, vennero rinvenute le prime tombe anonime che svelarono il sistema brutale di abusi perpetrati dall’istituzione. Nel film Elwood (Ethan Herisse) finisce nel riformatorio per un errore giudiziario negli anni Sessanta, punto culminante del movimento dei diritti civili di Martin Luther King, ma anche quello delle leggi Jim Crow, volte a mantenere la segregazione razziale. Arrivato alla Nickel Academy scopre presto che chi non segue le regole rischia di essere picchiato, ucciso, sepolto e poi classificato ufficialmente come fuggiasco. Qui Elwood incontra Turner (Brandon Wilson) e i due diventano inseparabili. 

Mentre il romanzo di Whitehead è scritto in terza persona, RaMell Ross ha girato il film in soggettiva, una tecnica già utilizzata dal regista ma in misura minore nel suo documentario Hale County This Morning, This Evening (2018), che segue la vita di una comunità afroamericana della contea di Hale, nell’Arizona. Il punto di vista di Elwood e più avanti di Turner sono la fonte primaria di visione. In questo continuo cambio di prospettiva, tramite lo sguardo dell’altro si delineano anche le loro diverse vedute:  Elwood è ottimista e speranzoso e pensa di poter cambiare il mondo, Turner invece pensa che le persone e il sistema non possano cambiare. La soggettiva viene abbandonata soltanto quando la telecamera vuole focalizzarsi su un particolare dettaglio e nel momento in cui viene inserito un terzo punto di vista, che fluttua dietro la testa di uno dei due personaggi principali da adulto, quasi fosse lo spettro del trauma a seguirlo una volta uscito dalla Nickel Academy. La sequenza di immagini non segue una logica lineare: cambia il punto di vista, cambia il tempo, cambia la lunghezza focale, vengono inserite immagini d’archivio evocative. Le immagini non sono, quindi, vincolate alla loro stretta funzione narrativa ma si espandono verso l’esterno in una fitta rete di associazioni e collegamenti, assumendo una valenza universale. Nelle scene di violenza e soprusi la soggettiva rende la persona coinvolta momentaneamente anonima, rappresentando così ogni singola vittima di razzismo. Gli sguardi di Elwood e Turner svelano a poco a poco un’amara verità: la Nickel Academy è il riflesso della realtà politica del mondo fuori, semplicemente lì dentro nessuno deve fingere.

Indietro
Indietro

Death without Mercy: il documentario shock sul terremoto in Turchia e Siria

Avanti
Avanti

Tutti pazzi per Letterboxd: quando la cinefilia diventa social