Will & Harper: non un road trip come tanti


 
 

L’attore e comico Will Ferrell e l’autrice Harper Steele sono amici da quasi trent’anni. Nel 2021 Harper manda una e-mail ai famigliari e agli amici più stretti per annunciare che avrebbe iniziato un percorso di transizione per vivere come donna. Consapevole che sarà una “cosa lenta, goffa, terrificante e gioiosa”, il desiderio più grande di Harper è quello di non perdere nessuno a cui tiene. Uscito in Italia su Netflix a fine settembre di quest’anno, Will & Harper diretto da Josh Greenbaum (Essere James Bond, Barb and Star Go To Vista del Mar, Doggy Style) segue il road trip negli Stati Uniti, da New York a Los Angeles, che Will e Harper decidono di intraprendere nel tentativo di aprire un nuovo capitolo della loro amicizia.

Will & Harper è un documentario che utilizza la classica impostazione di un road trip movie, rendendo le lunghe ore in macchina, le pause lungo la strada nel parcheggio di un Walmart o davanti al Grand Canyon un ambiente sicuro in cui Will e Harper si possono fare tutte quelle domande solitamente difficili da porre in situazioni del genere. In un viaggio lungo chilometri, il tempo per parlare e capirsi meglio di certo non manca. Avendo i due amici alle spalle anni di carriera insieme al Saturday Night Live, il film non poteva che vertere sul genere della commedia, scelta che non compromette affatto la natura seria del contenuto del film. La chiave per un buon road movie è anche un’ottima colonna sonora, sicuramente presente in Will & Harper. La musica comprende classici di autori quali Bob Dylan, Sonny & Cher, The Band, Frank Sinatra e Bon Iver, ma anche una canzone originale scritta da Sean Douglas e Kristen Wiig, cantata da quest’ultima nei titoli di coda.

Il format del road trip dà adito anche alla nota più pungente del documentario. Harper ha viaggiato per gli Stati Uniti innumerevoli volte quando era ancora Andrew Steele. Ma è la prima volta che si avventura per il paese come Harper dopo la transizione di genere e si ritrova ad aver paura. È consapevole che l’essere accompagnata da una celebrità riconosciuta quale Will Ferrell è rassicurante, ma il percorso non è comunque privo di pericoli e di ostacoli. Il loro viaggio la porta, per esempio, a incontrare durante una partita di basket dei Pacers il governatore dell’Indiana Eric Holcomb, promotore di diverse leggi contro la comunità trans, ad attraversare paesi dove si vietano i trattamenti di affermazione di genere ai minori o dove si obbligano le persone a fornire una definizione legale di sesso e paesi in cui chi governa pensa che il transgenderismo vada eradicato dalla vita pubblica. Viene sorpresa, invece, dall’inattesa accoglienza in luoghi a prima vista più inospitali. Will e Harper in questo viaggio quindi non imparano soltanto ad ascoltarsi a vicenda e a conoscersi meglio, ma tastano anche la tolleranza e l’inclusione nei vari paesi degli Stati Uniti che attraversano. Il documentario acquista così una valenza anche sociale e politica, ritraendo un paese in cui le elezioni presidenziali sono ormai imminenti. Harper ama il suo paese, ma deve capire se questo amore è ricambiato.

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