Tra gli autori più amati e celebrati del secondo Novecento italiano, Cesare Pavese rappresenta una figura di riferimento ancora oggi nella vita di molte persone, attraverso una scrittura in grado di lavorare nella brevitas in maniera profondamente introspettiva.
Running Point è quello che succede quando osservi il successo di critica e di premi ottenuto da Succession e Ted Lasso tra il 2020 e il 2023 e decidi di seguire quell’onda. È importante specificare, ai fini di questa recensione, che chi scrive ha tatuate sul proprio corpo sia Succession che Ted Lasso, quindi tale osservazione non vuole essere una frecciatina, ma una realtà oggettiva da osservare con un relativo entusiasmo.
Con Dahomey, disponibile su Mubi, la regista Mati Diop dà voce a 26 tesori dell’odierno Benin che il governo francese ha deciso di restituire. Non uso termini a caso, parlo di dare voce proprio perché i 26 tesori parlano e diventano il traino di tutto il documentario.
Nel polveroso e selvaggio Utah del 1857, si scontrano, in una grande guerra per la sopravvivenza, l’esercito degli Stati Uniti, i nativi, i pionieri e le milizie dei mormoni. Fin dal primo episodio di questa rude e brutale serie western Netflix, si respira l’autorialità di un progetto scaturito dall’inventiva di Mark L. Smith e diretto con ritmo forsennato e riprese sghembe e taglienti da Peter Berg.
Riscrivere la storia dandole il giusto peso, spazio e corso non è semplice, lo è ancor meno quando si vanno a toccare pagine cruciali con cui non si sono ancora davvero fatti i conti. I romanzi di Antonio Scurati hanno acceso il dibattito spaccato in due pubblico e critica, fatto ardere il sacro fuoco della polemica. La miniserie tratta dal primo volume M - il figlio del secolo, sin dal suo passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia ha suscitato un dibattito analogo.
Francisco Saia, classe ‘98 e savonese di origine è uno dei dieci registi più premiati al mondo e il nono più giovane ad avere diretto un lungometraggio. Il suo più recente successo, l'adattamento cinematografico all'omonimo libro di Patrizia Vicari Il ladro di stelle cadenti, è stato presentato a luglio in apertura alla 70esima edizione del Taormina Film Festival.
Newtopia parte forte, con un mix di generi che potrebbe essere un disastro annunciato e invece funziona. Horror, azione, commedia, romance: c’è tutto, e tutto insieme. Il rischio era di finire nella solita fiera del nonsense, ma i primi due episodi dimostrano che la serie ha un’identità precisa e una regia che sa come gestire il caos senza farlo implodere su se stesso.
Per chi, come me, è cresciuto con l’Attitude Era e la successiva “Ruthless agression Era“, il personaggio di Vince McMahon è sostanzialmente una sorta di sinonimo della WWE. Ma chi è l’uomo dietro il personaggio? La Docu-Serie Mr. McMahon, presente su Netflix, cerca di capirlo attraverso numerose interviste e filmati d’epoca. Questo almeno era lo scopo iniziale della serie, perché a sconvolgere tutto, ancora una volta, ci sono state le pesanti accuse di abusi mosse da Jale Grant che hanno portato, nel Gennaio 2024, all’allontanamento (forse) definitivo di Vince McMahon dalla WWE.
A settembre 2024, Challengers, il successo internazionale di Luca Guadagnino è arrivato anche su Prime Video. Il film, uscito a maggio dello stesso anno, ha rappresentato un punto di svolta per l'immaginario collettivo nella concezione del regista. Ricordiamo e conosciamo tutti il celebre Call me by your name, trampolino artistico di Timothée Chalamet e ormai etichettato come “manifesto di Guadagnino”: Challengers è una doccia fredda per chi si aspetta una narrazione da “da qualche parte in Italia” e paesaggi mozzafiato. Siamo in una dimensione temporale precisa, anzi in più dimensioni e nessuna di queste prevede un'atmosfera onirica ed amori impossibili (apparentemente).
“Ma tu, chi minchia sei?”: si concludeva così la prima stagione di The Bad Guy (la serie italiana firmata Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi e distribuita da Prime Video), con il protagonista Nino Scotellaro alias Balduccio Remora (Luigi Lo Cascio) minacciato dalla pistola del suo acerrimo rivale Mariano Suro (Antonio Catania). All’inizio della seconda stagione, la maschera di Nino pare destinata a cadere: cadrà, infatti, ma a conoscere la vera identità del “cugino venuto dall’America del sud” –seppur in un dialogo colmo di ironia – sarà innanzitutto Teresa (Giulia Maenza), la figlia di Mariano, a cui il nostro si è avvicinato e affezionato negli ultimi tempi. Il legame con la ragazza è uno dei cardini su cui è strutturato questo nuovo ciclo di episodi: con andamento altalenante il loro rapporto si consoliderà in una alleanza per il potere destinata a dare del filo da torcere alle forze dell’ordine, tingendo la serie di un interessante tocco di femminismo (o meglio, di empowerment femminile) nel legare questa e altre donne al tema del potere e alla stessa progressione narrativa.