Black Doves: Romance e thriller cospirazionista colorati di rosso
Dalla vigilia di Natale macchiata di sangue, all’epilogo grondante melassa sulle note di Fairy Tale of New York dei The Pogues & Kirsty MacColl, i sei episodi della nuova serie Netflix Black Doves scorrono come un home movies familiare ad alto tasso adrenalinico (e le punte iperboliche che talvolta coincidono con improbabili, ma divertenti twist, fanno parte del gioco), tra sparatorie, complotti politici e classici meccanismi doppiogiochisti in chiave spy movie, infarciti di gore e violenza.
No good Deed - Case da incubo
Mentre il palinsesto televisivo propone strade facilitate per trovare la casa dei propri sogni (magari con l’aiuto degli esperti di Case a Prima Vista), Netflix mostra come talvolta anche una sontuosa e luminosa villa spagnola stile anni 20’ possa diventare un luogo da incubo. In No Good Deed, la nuova comedy firmata da Liz Feldman, i coniugi Paul (Ray Romano) e Lydia (Lisa Kudrow), lui un impresario e lei una pianista, sono pronti - almeno così dichiarano - a vendere la loro amata dimora per risanare dei debiti e fuggire dai loro demoni, ma prima vogliono assicurarsi che i futuri proprietari ne siano all’altezza. Alla loro porta, accompagnati da un loquace agente immobiliare (Matt Rogers) si presentano tre coppie molto agguerrite, che vedono la villa come l’unico mezzo possibile per realizzare i propri sogni o anche solo per salvare una relazione romantica dal fallimento.
Asura: la serie di Kore-eda che rivoluziona il dramma familiare
irokazu Kore-eda non è solo uno dei registi più acclamati del cinema giapponese, ma una figura che ha saputo trasformare storie intime e universali in autentici capolavori. Con Asura, il suo secondo progetto seriale su Netflix, il regista si avventura in un nuovo formato, mantenendo però intatta la sua poetica narrativa e il suo sguardo profondamente umano.
Prime Target e la solitudine dei numeri primi
La missione dell’uomo sulla Terra è quella, come direbbe Vasco Rossi, di trovare un senso “a ciò che un senso non ce l’ha”. I numeri primi fanno parte di quest’area oscura della conoscenza umana: si tratta difatti di numeri fondamentali, alla base di ogni manifestazione della natura dal ciclo vitale delle cicale ai petali di un fiore, che tuttavia non seguono regole ad ora risapute. L’apparente impossibilità nel determinare o predire il loro comportamento li ha resi uno strumento perfetto per la crittografia al fine di custodire tutti i segreti nell’era digitale. Riuscire a trovare un pattern nei numeri primi significherebbe quindi avere accesso di diritto a ogni conto bancario, a ogni account, a ogni dossier governativo.
Piccoli Brividi: La misteriosa avventura
Come già nella prima stagione, strutturalmente, Piccoli Brividi: La Misteriosa avventura sposa un formato simile-antologico. In ogni episodio vediamo, quindi, succedersi diversi e sfaccettati elementi soprannaturali e misteri, che il gruppo e la squadra di adolescenti (cast e location differenti dalla prima stagione) dovranno affrontare e superare. Tuttavia il “mistero” centrale, in questo caso una inquietante scomparsa avvenuta proprio nel 1994, ovvero trent’anni prima, ritornerà e sarà la linea tematica orizzontale che chiuderà il cerchio nell’ultimo e ottavo episodio della stagione.
Lioness Stagione 2 - Donne al di là della barricata
Una lioness – l’infiltrata speciale in un’operazione di intelligence – deve essere sempre “drogata di adrenalina e piena di rancore”, come sostiene Joe (Zoe Saldana) nella nuova stagione di Operazione: Lioness, in streaming su Paramount Plus. Nelle parole dell’agente della Cia, sempre divisa tra affetti e rischiose operazioni sul campo coordinate da Kaitlyn Meade (Nicole Kidman) e Byron Westfield (Michael Kelly), sotto la supervisione del segretario di stato Mullins (Morgan Freeman), è dischiusa l’intera “operazione seriale”: un mix di adrenalina e azione “gender oriented”, ispirato a un reale programma militare, tutto al femminile, creato dagli Stati Uniti.
ACAB: la serie Netflix che vi porterà nel cuore del conflitto
ACAB: la serie Netflix che vi porterà nel cuore del conflitto. Con una narrazione intensa e stratificata, il sequel dell'omonimo film del 2012 esplora le zone grigie del potere e della giustizia, spingendo lo spettatore a confrontarsi con domande scomode. Marco Giallini, Valentina Bellè e Adriano Giannini offrono interpretazioni memorabili, mentre la regia e la fotografia conferiscono ritmo e profondità emotiva. Un prodotto che arriva nel momento giusto, in un clima sociale acceso, e si candida a essere uno dei titoli più rilevanti dell’anno. Se amate storie che lasciano il segno, ACAB è una tappa obbligata.
Before: un tuffo nel delirio
Apple Tv sin dalla sua apparizione ha sempre prediletto tra le sue proposte un filone thriller/horror che virasse a volte verso il distopico, altre verso l’onirico. Tra le ultime novità del 2024 è apparsa la serie Before che sembra voler portare all’estremo tutti i caratteri tipici del genere, quasi per premiare con fuochi d’artificio lo spettatore fedele che dal genere è conquistato se non addirittura ossessionato. Ideato da Sarah Throp, prodotto da Billy Crystal e da lui trasformato in autentico creepy one man show, risulta affascinante quanto respingente.
Cent’anni di solitudine: un dagherrotipo del romanzo
Sono disponibili in streaming le prime otto puntate di Cent’anni di solitudine (Cien años de soledad). Tratto dall'omonimo bestseller di Gabriel García Márquez, il prodotto originale Netflix è una vera rivelazione. L'incredibile romanzo prende vita grazie a una narrazione coinvolgente e al lavoro certosino dei co-registi Alex García López e Laura Mora e degli sceneggiatori José Rivera, Natalia Santa, Camila Brugés ed Albatros González. Per citare la serie: siamo davanti a “un dagherrotipo”, un'immagine fedele del libro ma capovolta in una versione cinematografica.
The Day of the Jackal, di attese e di precisione
Romanzo, film, serie: è un percorso che più e più volte abbiamo visto compiersi davanti ai nostri occhi nel corso degli ultimi anni. Gli esiti sono stati altalenanti, spesso flop preannunciati, altre piacevolissime sorprese. Il trend non passa di moda, e questa volta sotto la lente d’ingrandimento ci finisce Il giorno dello sciacallo, romanzo di Frederick Forsyth, adattato per il grande schermo da Fred Zinnemann nel 1973 e ora diventato serie prodotta da Sky di cui è già stata confermata una seconda stagione.
Squid Game 2: costruzione di una lotta contro il capitalismo e la società
Su Netflix è sbarcata l’attesissima seconda stagione di Squid Game. Fin dai primi momenti appare chiaro che si tratta di una stagione interlocutoria, che ha principalmente lo scopo di costruire dei temi che verranno sviluppati in quella successiva. La trama vede Seong Gi-hun che sguinzaglia una serie di criminali da strapazzo alla ricerca dell’uomo che lo aveva adescato per partecipare allo Squid Game. Il suo scopo è quello di entrare in contatto con il capo del gioco (il Front Man) e convincerlo o costringerlo a interromperlo definitivamente. Per farlo Seong Gi-hun deciderà di tornare sull’isola…
L’ Amica Geniale 4: il tempo ritrovato
Coerente e compatta sia sul piano stilistico che su quello narrativo in linea con le stagioni precedenti, L’amica geniale 4 è la degna conclusione di una saga al femminile in cui la storia personale e quella collettiva vengono elevate a mitologia socio-antropologica.
Dostoevskij: l’antieroe seriale dei fratelli D’Innocenzo
Dopo la trilogia tematica composta da La terra dell’abbastanza (2018), Favolacce (2020) e America Latina (2021), i fratelli D’Innocenzo entrano nel mondo della produzione seriale con Dostoevskij, che vede Filippo Timi nei panni di un antieroe, come nella più grande tradizione della serialità televisiva, sullo sfondo della provincia italiana cara alla poetica dei due registi.
Nudes 2: la televisione pubblica nel mondo delle piattaforme
Dopo tre anni di attesa dalla prima stagione, i nuovi episodi di Nudes sono stati pubblicati su RaiPlay lo scorso 25 ottobre. La serie antologica, adattamento italiano di un format norvegese, si presta come spunto per una riflessione più ampia sul processo di piattaformizzazione della Rai e le relative conseguenze sulle produzioni originali.
The Penguin: A Gotham, tra conflitti sociali e crimine organizzato
The Penguin, serie spin off di The Batman, coprodotta da Matt Reeves e ideata da Lauren LeFranc, vede Colin Farrell praticamente irriconoscibile nei panni dello spietato villain di Gotham. Lontano dagli intermezzi ludici o le parentesi fumettistiche convulse di tanto cinema surrealista DC, nelle otto puntate della serie HBO impera il realismo, declinato anche come analisi psicologica e sociale.
Hanno ucciso l'uomo ragno: la (ri)nascita degli 883
Deliberatamente tratta dal libro “I cowboy non mollano mai”, autobiografia musicale e adolescenziale di Max Pezzali, è la storia di come un incontro casuale fra i banchi di scuola abbia cambiato la vita di Max e Mauro, due ragazzi pavesi appassionati di musica che, per ragioni diverse, avevano bisogno di perseguire un sogno. Dalle giornate passate in tavernetta a comporre insieme, ai primi passi verso la fama, i due sembrano uniti da un disegno che spesso cambia tratto e traiettoria verso un traguardo leggendario.
Only Murders in the Building: sdoppiamenti e metanarratività
Arrivata alla quarta stagione, la seguitissima serie crime Only Murders in the Building vede il trio di podcaster dell’Arconia spostarsi momentaneamente da una costa all’altra, per indagare su un omicidio a loro molto vicino e per firmare un contratto con una casa di produzione hoolywoodiana interessata a realizzare un film basato sul loro podcast.
La storia di Lyle ed Erik Menendez: parricidi e tragedie sociali
La prima stagione della serie antologica ideata da Ryan Murphy, dedicata al caso del serial killer Jeffrey Dahmer, ha riscosso enorme successo. La seconda stagione si incentra su un caso decisamente diverso, quello dei fratelli Menendez, che hanno ucciso il padre dopo anni di abusi. La seconda stagione rilancia il grandissimo potenziale di questa serie.
Inganno: tra involuzione e autoriflessione
Corsicato mette da parte i suoi umori camp e provocatori per adeguarsi pigramente agli standard del prodotto Netflix, ibridando il thriller con la soap opera.
Citadel - Diana: la nuova dimensione transnazionale del franchise televisivo
La lunga tradizione del franchise televisivo, storicamente molto utilizzato soprattutto nel genere procedural, assume una nuova dimensione globale nell’ambizioso progetto dei fratelli Russo, che con Citadel: Diana, il primo spin-off nazionale del franchise Citadel, si inserisce nel contesto italiano, non solo per l’ambientazione della storia ma anche per la realtà produttiva che l’ha creata.